EDIZIONI COMUNITÀ MAGNIFICAT

“OF” Uganda, House of Love

Questo articolo è stato scritto da Oreste Pesare, direttore di ICCRS e uno dei responsabili generali della Comunità. L’articolo è in pubblicazione anche su Venite e Vedrete, la rivista curata dalla Comunità.

Operazione Fratellino, associazione no profit della Comunità Magnificat, è  impegnata a offrire un servizio d’amore all’infanzia povera e abbandonata del mondo. Dal 2004 ad oggi, più di 80 bambini rumeni (attualmente sono 51) sono stati costantemente assistiti fino al compimento della maggiore età, all’interno delle proprie famiglie. Tra di esse, molte sono drammaticamente segnate da separazioni, alcool, violenza e profonda indigenza.

Il servizio svolto a queste famiglie rumene, dunque, non è solo una pur importante elemosina per la crescita e l’educazione dei bambini, bensì innanzitutto un gesto di amore e di vicinanza a chi – molte volte – non ha proprio nessuno con cui condividere le proprie difficoltà e dolori. Le visite costanti dei nostri fratelli di comunità e l’ascolto attento e amorevole a “chi non ha voce” sono caratteristiche fondamentali del nostro servizio. Vari membri di queste famiglie partecipano più o meno assiduamente anche agli incontri di preghiera della nostra comunità in Romania. Lodiamo profondamente Dio per questo.

Ultimamente, il Signore ci ha aperto nuove porte per il servizio all’infanzia abbandonata anche in Africa e precisamente in Uganda. Durante un mio viaggio missionario nell’ottobre 2011 ho avuto l’opportunità di visitare l’orfanotrofio “House of Love” in Rubirizi, vicino Mbarara, una piccola cittadina situata nella parte più occidentale del sud dell’Uganda: zona poverissima dove, nella maggioranza dei casi, i bambini non hanno la possibilità di indossare scarpe fino all’età di dieci/undici anni. Solo allora, costretti dalle leggi del Paese, si procurano calzature per poter frequentare la scuola, che altrimenti non li ammetterebbe a continuare gli studi.

Scrive a proposito una attenta giornalista: « In questo Paese bellissimo ci sono due milioni di orfani dell’aids, un’intera generazione di genitori si è estinta. Qui l’infezione si contrae all’interno delle famiglie, il 77 per cento degli sposati è sieropositivo, 130 mila i bambini infetti, moltissimi gli abbandonati. Sono loro gli ultimi abitanti dei villaggi sperduti dell’entroterra, sotto i banani, tra il verde rigoglioso. Le baracche in cui vivono sono senz’acqua e servizi. Non c’è traccia di scuola, né di assistenza sanitaria. Ti salutano sorridendo, il più grande tiene in braccio il più piccolo. Solo qualche vecchia, stremata, fa da mamma, come può. Ora mi stupisco di quante gradazioni di dolore possa avere il mondo».

“Casa dell’amore” è un piccolo paradiso nell’inferno di povertà che lo circonda. Nato da un impegno durato tanti anni del papà di P. Emmanuel Tusiime, sacerdote carismatico del posto, fondatore della comunità Yesu Ahuriire, ora è un’esperienza di servizio di questa comunità, specialmente ai bambini orfani affetti dall’aids. L’opera è iniziata proprio nella casa paterna di P. Emmanuel. Lilian, una giovane educatrice di circa 28 anni, ha dato la sua vita al Signore a servizio di questi “ultimi”: «Gli innocenti non devono pagare per la crudeltà degli adulti», spiega parlando della sua missione. Era figlia di una ragazza madre e per questo ha subìto ella stessa povertà e umiliazioni. Si è laureata con sacrifici e ora si prende cura di circa quindici orfani dell’aids e di tutti gli altri bimbi che va a trovare ed aiutare nelle baracche della zona. In questa parte dell’Uganda sono più di 850 i bambini in attesa di entrare a far parte degli aiuti e servizi dell’orfanotrofio…

Varie sono le organizzazioni che hanno offerto un aiuto alla “Casa dell’amore” in questi ultimi anni. Tra questi, un gruppo di studenti americani, i quali fattivamente hanno messo a disposizione risparmi e tempo per costruire con le proprie mani il primo vero e proprio edificio dell’orfanotrofio. Anche l’ICCRS (International Catholic Charismatic Renewal Services), impegnato a sostenere, tra l’altro, progetti a servizio dei malati di aids, ha sostenuto le spese per la costruzione di un nuovo dormitorio.

Tra gli ospiti della casa, ho amato particolarmente John, un bimbo di otto anni circa, trovato all’età di quattro/cinque anni nella vicina giungla che divide l’Uganda dal Congo e il Ruanda. Certamente, un figlio abbandonato da profughi che fuggivano dalla guerra. I dottori affermano che deve aver vissuto almeno alcuni mesi da solo nella giungla, cibandosi di erba e nient’altro. Tutta la parte destra del suo corpo è atrofizzata e, non potendo parlare, John esprime i suoi sentimenti attraverso gridolini più o meno intensi, veramente espressivi. Guardando e conoscendo lui, puoi comprendere quanto si possa amare la vita fino a sopravvivere miracolosamente anche con niente. Durante un breve incontro di preghiera e la celebrazione della messa che abbiamo vissuto insieme a tutti i bambini dell’orfanotrofio, non potevo quasi distogliere i miei occhi da lui, seduto su un rude seggiolone, incapace di muoversi. Sorrideva ed emanava un grido di gioia ogniqualvolta si accorgeva che io lo fissavo… Alle mie domande su John mi fu detto che la sua condizione sarebbe potuta migliorare sensibilmente se solo si fossero trovati cinquecento euro (per loro una cifra molto grande) per pagare le costosissime spese ospedaliere e fisioterapiche di cui egli abbisognava… Per me – in quel momento – pensare a John e a Operazione Fratellino è stato un tutt’uno. Appena tornato in Italia ho condiviso la storia di John con la fraternità di Roma e, incredibilmente, in meno di una settimana il Signore ci ha dato di raccogliere circa 1300 euro. E’ nato così ciò che abbiamo gioiosamente definito il “John’s fans club”.

Al momento, le cure vanno avanti e dagli ultimi aggiornamenti ricevuti, John inizia a mangiare autonomamente con la sua mano sinistra. Alleluia.

Ora, con i responsabili generali della Comunità Magnificat abbiamo deciso di contribuire allo sviluppo dell’orfanotrofio “House of Love”, sostenendo le spese per la costruzione di una cappella, progetto da tempo fortemente desiderato da P. Emmanuel e Lilian. A questo riguardo, non è difficile intuire come nel giro di appena due mesi siamo riusciti a raccogliere più di diecimila euro per il progetto di una cappellina che, al momento, ha la capacità di ospitare 35 persone. Il nostro sogno è di costruirne una che abbia capacità di ospitarne 60! Ci riusciremo? Ci servirebbero per questo almeno altri diecimila euro. Dio ci aiuti a realizzare questo progetto! E’ bello, inoltre, sapere che questa cappella nel cuore dell’Uganda sarà dedicata alla “Vergine del Magnificat”. Operazione Fratellino si preoccuperà, chiaramente, anche di realizzare un’opera artistica su questo soggetto, da sistemare all’interno della chiesa. Non è meraviglioso?
“Operazione Fratellino…”: quando il Signore – ormai molti anni fa – suggerì al nostro cuore di dare questo nome al desiderio di metterci al servizio dei più piccoli e poveri di questo mondo, non immaginavamo ancora dove questo progetto ci avrebbe portato… E non è che solo l’inizio…

Questo non è un nostro sogno… questo è un sogno di Dio… un piccolo sogno di Dio per costruire un pezzettino di umanità nuova. Abbiamo bisogno della fattiva collaborazione di tutti.

Dai la tua disponibilità a diffondere “Operazione Fratellino” lì dove sei… ti farai apostolo di un progetto d’amore; diffonderai con noi il profumo di Cristo, secondo la Parola: “Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo” (2Cor 2,15).

Contatta al riguardo la nostra segreteria: Associazione Operazione Fratellino, via Teracati 51/l – 96100 Siracusa (SR) – Tel/Fax 0931 441073 – Email: segreteria@operazionefratellino.it, o visita il nostro sito www.operazionefratellino.it, dove troverai tutte le informazioni per l’adesione ed il versamento del tuo contributo a questi progetti.
Sia lode a Dio, “…che suscita in voi il volere e l’operare, secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2:13).

Oreste