Monastero dalle mura invisibili
Non siamo monaci, siamo laici, e tuttavia la linfa di quella radice ci è necessaria. Desideriamo dare la nostra vita a Dio in modo assoluto, senza remore nè limiti, pur se la vita familiare, il lavoro e il caos quotidiano sembrano rendere impossibile una dedizione totale. E tuttavia, Cristo continua a chiedercela, e con pazienza la realizza vincendo le nostre resistenze. Per questa la Comunità è una scuola divina, un’officina di apprendistato pratico di purificazione del cuore, di preghiera, di servizio.
Ciò richiede una certa stabilitas, che permetta a questo apprendistato di realizzarsi. Perciò la Comunità ha le sue mura e le sue porte, una Regola e un impegno di Alleanza, si organizza in Fraternità, stabilisce dei responsabili: una città sul monte.
Vocazione
Lui ci ha scelto e chiamato, noi abbiamo risposto. Far parte della Comunità è una vocazione primaria, integrata nello stato coniugale, nella paternità e maternità, nella consacrazione o nel celibato per il Regno, nel sacerdozio.
Alleanza
L’Alleanza è l’impegno solenne a dedicare la vita al Signore che ci fa membri della Comunità. Pronunciato dopo un tempo di noviziato e rinnovato annualmente, contiene al centro le quattro promesse che il Signore ci chiese per prime: povertà, perdono permanente, costruzione dell’amore, servizio.
La Regola
La Regola della Comunità, confermata e approvata come Statuto dall’autorità ecclesiastica, è la forma che il Signore ha voluto darci. Delineata essenzialmente nei primi tempi, trentacinque anni fa, continuiamo a scoprirne nuovi aspetti. Vissuta fedelmente essa è per noi abito e via di santificazione, concreto annuncio della presenza di Cristo nel mondo, ministero e testimonianza.
Accompagnamento
Siamo compagni di strada. Ogni membro della Comunità ha un fratello maggiore che lo accompagna e lo sostiene, che talvolta gli fa da specchio o anche lo provoca. L’accompagnamento è uno strumento prezioso per radicarci in Cristo, rimanere fedeli alla chiamata, maturare e fiorire umanamente e spiritualmente.
Guarigione
Da sempre la Comunità ha esercitato carismi di guarigione, specialmente per la guarigione interiore e spirituale. Ci avviciniamo con rispetto e tenerezza al cuore ferito dell’uomo, consapevoli di essere a nostra volta guaritori feriti, raccolti da un samaritano sulla strada per Gerico.
Adorazione eucaristica
É facile trovarsi a secco. L’adorazione eucaristica è una fonte continua a cui si abbevera la Comunità: da essa trae forza per l’evangelizzazione, per ogni azione ministeriale, per l’accompagnamento. Ci è stato insegnato che il vaso che non viene riempito continuamente può offrire solo sé stesso, alla fine si rompe in cocci taglienti e produce ferite invece di nutrimento. L’adorazione ci aiuta a far presente Cristo perché invece che fare noi per Lui sia Lui a fare.
Contemplazione e azione
La vita spirituale del corpo della Comunità si alterna continuamente fra adorazione e ministero, fra il Tabor e la valle. Sul Tabor tutto sembra facile, la voce di Dio è chiara, il cuore è pieno di gioia: l’ora di adorazione notturna, certe preghiere comunitarie che ti dispiace che finiscano, una preghiera sul fratello quando l’azione di Dio è tangibile. Poi si scende dal monte, ci si scontra con i limiti nostri e altrui, con la fatica del Vangelo. Ma non c’è una cosa senza l’altra, la valle e il monte si guardano.